L’Intelligenza Artificiale ha attraversato i confini del laboratorio tecnologico per installarsi stabilmente nelle aule di giustizia. Algoritmi di machine learning analizzano prove digitali, sistemi automatizzati registrano violazioni, modelli predittivi orientano decisioni. In questo scenario, il ruolo del perito informatico forense si è trasformato profondamente, evolvendo a interprete critico di sistemi complessi la cui opacità può influire negativamente sull’esito di un procedimento giudiziario.
L’ambivalenza dell’IA nel contesto forense emerge chiaramente quando consideriamo il suo duplice ruolo. Da un lato, gli strumenti basati su intelligenza artificiale rappresentano alleati potenti nell’attività peritale: accelerano l’analisi di grandi volumi di dati, identificano pattern nascosti, automatizzano procedure ripetitive. Dall’altro, possono essere essi stessi l’oggetto dell’indagine, quando un algoritmo viene accusato di discriminazione, quando un sistema automatizzato malfunziona causando danni, quando una decisione amministrativa automatizzata viene contestata o anche solo quando la controparte la utilizza per “migliorare” una fotografia.
Un esempio concreto
In un recente contenzioso per sinistro stradale, la controparte ha presentato una fotografia apparentemente nitida e dettagliata a supporto delle proprie tesi. L’analisi forense ha rivelato che l’immagine era stata elaborata con strumenti di IA generativa per “migliorarne” la qualità. L’esame dei metadati e l’individuazione degli artefatti algoritmici hanno dimostrato che il software non si era limitato a nitidizzare i pixel esistenti, ma aveva generato nuovi dettagli plausibili: particolari della carrozzeria erano stati letteralmente inventati dall’algoritmo. In questo contesto ho dovuto illustrare al giudice come gli algoritmi di super-resolution non siano semplici filtri, ma sistemi che generano contenuto nuovo basandosi su pattern appresi, trasformando un documento autentico in un falso dall’apparenza credibile che solo l’analisi forense specializzata può smascherare.
Verso un’informatica forense consapevole dell’IA
Il futuro dell’informatica forense è inscindibilmente legato all’evoluzione dell’IA. Nuovi strumenti emergeranno, nuove tipologie di contenzioso si presenteranno, nuove questioni giuridiche richiederanno interpretazione tecnica. Il perito informatico forense deve padroneggiare questa transizione, mantenendo saldo l’ancoraggio al metodo scientifico e ai principi etici della professione, sarà un attore indispensabile per garantire che la giustizia nell’era digitale rimanga autenticamente tale.
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