Nel corso di seminari ed eventi spesso ricorre questa domanda. Diciamo che il termine nasce con un accezione positiva per poi, via via diventare sempre più nebulosa.
Deriva dal verbo (to) hack, letteralmente “fare a pezzi, rompere”. Ne deriva che tutti i bambini sono hacker 😉
L’età mi porta a essere affezionato a una definizione ormai desueta rispetto al contesto storico: “individui che analizzano in profondità l’oggetto della materia studiata, per conoscerne i segreti ed analizzarla oltre gli schemi“. Tale definizione prende spunto dal “Jargon File“… ma qui il discorso si allunga e
Per me hacker continuerà ad avere un accezione positiva non per forza legata al mondo dell’informatica. In tal senso invito a vedere questo breve video che racconta la storia di Emile Leray, che si salvò dalla morte nel deserto ricavando una motocicletta da una Citroën 2cv:
Per chi invece, pur dotato di approfondite competenze tecniche, commette volontariamente reati c’è un solo termine: criminale e quando si parla di ICT: “criminale informatico“.
Allo stato attuale una estrema sintesi in italiano la trovate su https://encyclopedia.kaspersky.it/knowledge/who-is-hacker/